Giulio Andreolli
Quella di Giulio Andreolli è stata una delle voci più autorevoli nel dibattito culturale che ha portato in Trentino alla crescita e al consolidamento di una nuova cultura del paesaggio.
Il Forum dell'Osservatorio del paesaggio nella seduta dell'11 febbraio 2020 ha deciso di dedicare il Premio triennale “Fare paesaggio” alla sua memoria. Da allora la denominazione del Premio è mutata in PREMIO TRIENNALE GIULIO ANDREOLLI - FARE PAESAGGIO.
Giulio Andreolli è nato a Rovereto. Dopo la laurea in ingegneria civile a Padova, si forma presso studi di architettura dove si confronta con esperienze dal forte carattere innovatore. Fra questi, quello di Mario Botta (CH) con cui si origina un'intensa collaborazione, quello di James Stirling (UK) con cui esplora la filosofia dell'informal monumentally, quello di Aurelio Galfetti (CH) con cui approfondisce il ruolo dell'architettura nell'interazione elettiva tra opera, paesaggio e coerenza sociale.
È stato coordinatore del programma culturale dell'Ordine Ingegneri di Trento, dove ha ricoperto la carica di Consigliere per due mandati e ha dato forma ad un gruppo di studio sulle dinamiche urbanistiche del territorio trentino. È stato componente del Comitato di Indirizzo di Manifattura Domani srl a Rovereto, del Consiglio di Amministrazione della Fondazione L. Negrelli - Fondazione per la Conoscenza dell'Ordine degli Ingegneri di Trento, del Comitato Scientifico della tsm|step Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio e del Forum dell'Osservatorio del paesaggio della Provincia autonoma di Trento. Presso l'Osservatorio ha ricoperto fino alla sua scomparsa il ruolo di Coordinatore del Comitato tematico “Laboratorio di progetto sul paesaggio trentino” e in tale ruolo ha svolto un'attività qualificata ed incisiva di promozione della qualità architettonica e paesaggistica, sostenendo anche l'istituzione del Premio oggi intitolato a suo nome.
È stato componente di commissioni urbanistiche della Provincia autonoma di Trento, della Commissione Edilizia del Comune di Trento e del Comune di Mori.
Nel 2004 Giulio Andreolli fonda GIULIO ANDREOLLI STUDIO + PARTNERS come naturale evoluzione del primo atelier avviato nel 1978. Nello studio opera un gruppo di progettazione, architettura, urban planning e paesaggio, integrato da un network di diverse competenze ingegneristiche, di collaudata collaborazione.
Nel corso di una pluriennale attività lo Studio ha attuato il progetto privilegiando l'integrazione di competenze diverse in una filosofia unitaria improntata ai concetti di innovatività e ricerca, dal processo creativo alle scelte tecniche fino alla definizione funzionale dell'opera. Nel 2006 lo Studio viene affiancato dai Laboratori di Trasformazione Urbana e Rovereto 2020, rivolti ad analisi nel campo della rigenerazione urbanistica ed economico produttiva dei territori.
Fra i numerosi lavori di Giulio Andreolli, si annoverano:
- l'ampliamento del cimitero con nuova cappella e recupero architettonico dell'area urbana di Noriglio (Rovereto)
- il Centro Studi Religiosi con chiesa ed auditorium a S. Giorgio di Rovereto
- il modello digitale interattivo del territorio della città di Trento (con prof. Musso)
- il nuovo Distretto culturale di Rovereto con MaRT, Auditorium Melotti e Biblioteca Tartarotti (con M. Botta)
- il restauro dei palazzi settecenteschi del Grano ed Alberti a Rovereto, il progetto del Centro di Ricerca avanzata a Torino
- il progetto della nuova sede del Parlamento della Repubblica di Bulgaria a Sofia (con M. Botta)
- lo studio della Sede direzionale e Centro logistico SAIT a Trento
- il progetto della Fondazione per l'Arte Contemporanea a Torino
- il progetto del Museo d'arte contemporanea e design (Twenty Century Box) a Riccione
- lo studio di ampliamento del Rifugio Boè sul Gruppo dolomitico di Sella
- il progetto di concorso per il nuovo Polo fieristico di Riva del Garda (con Mecanoo)
- l'allestimento della Galleria Civica Alberti a Rovereto
- l'allestimento delle mostre “Carlo Fait” ed “Orsi, Halberr e Gerola” in Palazzo Alberti a Rovereto
- il progetto del laboratorio Moon Space per Museo Civico e Agenzia Spaziale Italiana a Rovereto
- il nuovo Centro Ricerche Marangoni Spa e riqualificazione uffici Dirigenziali e Logistica a Rovereto
- lo studio “figura e struttura” di Rovereto (con B. Secchi)
- il progetto di trasformazione di un'area industriale dismessa in Campus per la ricerca sull'automobile a Torino
- il progetto di recupero ad area industriale artigianale nel cratere di cava dismessa lungo fiume Adige in zona Brianeghe a Mori
- il coordinamento dello studio di un modello di riconversione economica, industriale ed urbanistica nel territorio di Rovereto e Vallagarina
- lo studio architettonico e paesaggistico delle opere del Nuovo Passante del Brennero
- il progetto di mobilità “Ferrovia metropolitana diffusa “Metroland” - Linea Azzurra fra Rovereto e Tione, vincitore del Concorso Internazionale (con Dietl, Geodata, Idroesse, Ingenium, RaumUmwelt)
- lo studio della Nuova Stazione Internazionale di Trento
- lo studio architettonico e di contestualizzazione paesaggistica di ponte stradale a Vezzano,
- la ristrutturazione urbanistica e paesaggistica del compendio di via Fontana, Largo S. Caterina e via Dante a Rovereto.
Nel corso della sua lunga carriera Giulio Andreolli ha tenuto seminari presso l'Università di Trento, Padova, Ferrara, all'Accademia di Brera a Milano e ha collaborato con diverse riviste di architettura. È stato ospite in mostre di lavori di architettura a Rovereto, Trento, Verona, Dusseldorf, Roma, Linz.
La solidità di pensiero e di visione di Giulio Andreolli ha sempre guidato il suo lavoro professionale caratterizzato dal desiderio di superare la dimensione angusta degli specialismi attraverso un'interpretazione aperta e multidisciplinare del ruolo del professionista. L'attenzione «all'integrazione di saperi e competenze diverse in una filosofia unitaria» è un costante riferimento per l'approccio al progetto e per il metodo di lavoro adottato dal suo studio professionale. Il lavoro di trasformazione del territorio necessita di un disegno unitario, articolato a scale differenziate, in grado di tradursi in progetti coerenti ed in iniziative efficaci. In questa visione ogni trasformazione, anche la più minuta, è generatrice di nuovi paesaggi e richiede sapienza, misura, cura e grande responsabilità sia da parte della cittadinanza che della committenza, soprattutto quando pubblica. Questa chiave interpretativa, consente di cogliere più compiutamente il senso del suo percorso professionale, collocandolo in una cornice fatta di etica ed impegno civile, di ricerca quasi ossessiva della qualità progettuale. Una prospettiva tesa ad affermare un ruolo del professionista volto a fondere armonicamente i temi della funzionalità, della bellezza e del valore simbolico delle opere da realizzare.