Strutture in pendenza, villa p

I terrazzamenti in pietra definiscono il paesaggio delle coltivazioni a nord di Bressanone, nella valle d'Isarco: proprio in questo paesaggio viene concepita una nuova residenza per un giovane viticoltore. Il nuovo edificio si ispira a tale contesto, il paesaggio coltivato a vigna che si estende sopra il monastero di Novacella. Il manufatto infatti si configura come una declinazione della territorio coltivato, nasce dalla terra stessa e asseconda la morfologia del terreno proseguendo i terrazzamenti della coltivazione della vite con i suoi avvallamenti e i suoi muri di pietra. Due muri di due differenti materiali, uno di pietra che richiama i terrazzamenti delle viti, uno in cemento colorato di una tinta scura che riprende il colore dell'uva, definiscono lo spazio della casa insieme ad una copertura verde che continua il manto erboso dei terrazzamenti. Questi elementi architettonici articolano quindi un'interessante dualità tra paesaggio e architettura, creando una continuità ma al tempo stesso definendo con chiarezza l'autonomia del manufatto e degli spazi dell'abitare. Grandi spazi, grandi finestre e spazi intimi declinano la stretta relazione tra architettura e paesaggio, articolando la doppia natura dell'intervento che prende forma nell'equilibrio tra la continuità con gli elementi, i caratteri del contesto e l'autonomia e unicità del manufatto.